montefalco
In una Regione di incantevoli panorami, Montefalco, la cosiddetta "Ringhiera
dell'Umbria", posta in una posizione dominante sulle Valli del Topino e del Clitunno,
garantisce visioni eccezionali, che si dilatano su Spoleto, Foligno, Assisi e Perugia.
Si vuole che, anche solo dal punto di vista paesaggistico, Montefalco
sia uno dei luoghi da preferire, per avere una precisa idea e una chiara
visione dell'Umbria.
Gli edifici più importanti che ingentiliscono
l'interno delle antiche mura di questa splendida cittadina,
sono: il Palazzo comunale di origine duecentesca
come la chiesa di S. Agostino, la chiesa
romanica di S. Bartolomeo con la vicina Porta
di Federico II (1244) e la chiesa
di S. Chiara, al cui interno sono pregevoli dipinti di Scuola
umbra.
In nessun caso si dovrà però dimenticare di visitare la chiesa trecentesca di S. Francesco, oggi Pinacoteca;
al suo interno opere di grande livello, come un Presepio del Perugino, e lo straordinario ciclo di affreschi
delle Storie di S. Francesco di Benozzo Gozzoli.
Poco distanti dal centro abitato, sorgono la cinquecentesca
chiesa di S. Illuminata e la quattrocentesca
chiesa di S. Fortunato, la quale, nella lunetta del portale
e nell'altare di destra vede opere di Benozzo Gozzoli.
«Per alcuni secoli - precisa padre Luciano
Canonici - sembra quasi che questo borgo arroccato
e vigilante sulla valle spoletana abbia voluto gareggiare addirittura
con Assisi, nel tributare venerazione a San Francesco;
nel suo nome, attorno ai conventi, sotto la guida dei suoi figli, sorgono
le chiese e perfino le fortificazioni civili, e fioriscono, come per incanto,
le opere d'arte».
Per le memorie francescane,
occorre rifarsi al 1215.
La tradizione - sostenuta da documenti di poco posteriori - tramanda che,
in quell'anno, S. Francesco fosse qui giunto
a stabilire un "locus" per i suoi
fratelli, nella zona legata alle prime glorie religiose di Montefalco
o, come allora si chiamava, di Coccorone: presso
la cappellina rurale di S. Maria della Selvetta,
posta sulla costa orientale del colle su cui sorge la cittadina, in località Camiano (nel 1242
è nominato un «loco fratrum de Camiano»).
Qui è anche una sorgente di acqua magnesiaca, recentemente ribattezzata "Fonte di S. Francesco", con spiccate
proprietà curative. La tradizione vuole che sia sgorgata miracolosamente
all'ombra dell'elce prodigioso, che vi avrebbe piantato S.
Fortunato: sicché, anche nel duplice miracolo si
collegano i due Santi.
I frati Minori permasero in detto luogo sino al 1275 circa; intorno al 1295 vi giunsero i frati del "Terzo Ordine della Penitenza", qui chiamati da S. Chiara da Montefalco.
I Terziari Regolari, fortemente contrastati in quel tempo, poiché confusi con i "fraticelli", ebbero la comprensione e l'approvazione di Giovanni XXII, dopo che avevano fissato la loro dimora in Montefalco; in conseguenza a detto fatto, la solitaria chiesetta di S. Maria in S. Rocco fu da essi esaltata come la "Porziuncola del Terzo Ordine Regolare", giacché fu questa la culla del loro Movimento, sotto la protezione e con la benedizione del pontefice.
Nel sec. XVI, dopo una breve sosta di Clarisse, il Convento, abbandonato, andò presto in rovina.