Lago Trasimeno
Lord Byron, riferendosi a Perugia, scrisse: «Il suo lago è un velo argenteo». Il lago Trasimeno, o di Perugia (a circa 20 km da detta città), con una superificie di 128 km², è il più esteso lago dell'Italia peninsulare, quarto tra i laghi italiani, appena dopo il lago di Como.
Tale estensione si affianca ad una scarsa profondità (mediamente di 6,72 m), di modo che il Trasimeno rientra tra i laghi di tipo laminare. Sulle rive di questo incantevole specchio d'acqua, è la splendida Magione, di cui si scorge la quattrocentesca Badia o Castello dei Cavalieri di Malta (detta anche "Maison", da cui ebbe origine il nome al borgo). Forse su questo angolo di pianura, dove la strada da Perugia, girando attorno al lago, si biforca per Siena e per Firenze, avvenne il noto episodio narrato nel cap. XI dei Fioretti: «S. Francesco cammina preceduto da frate Masseo; giunti al trivio, frate Masseo aspetta l'indicazione per la strada da prendere; Francesco lo fa girare su se stesso come una trottola, finché cade a terra per vertigine. "Dove hai rivolta la faccia?", domanda S. Francesco.
L'altro risponde: "Verso Siena". "Allora, andiamo a Siena, nel nome di Dio"». La quattrocentesca "Franceschina" di frate Giacomo Oddi (II, p. 74) precisa che il «tribbio de vie» era «circa tre miglia da longa da la ciptà de Peroscia in verso lo Laco». Magione appare dal sec. XVI in poi, in sostituzione o insieme al nome primitivo del paese: Pian di Carpine (si trova anche: Magione di Pian di Carpine). Questa è dunque la patria del famoso frate Giovanni da Pian di Carpine, che molto prima di Marco Polo rivelò all'Europa i segreti dell'Oriente e, prima del "Milione", scrisse la "Historia Mongalorum" ("Storia dei Mongoli"). Frate Giovanni fu ricevuto all'Ordine alla Porziuncola, da S. Francesco, intorno al 1215, forse dopo averlo incontrato in una sosta presso l'"hospitale" di Pian di Carpine. Nel 1221, fu inviato missionario in Germania; nel 1228 era Ministro provinciale a Colonia.
Frate Giovanni diffonderà l'Ordine, oltre che in Germania, in Spagna, Polonia, Boemia. Nel 1245, fu inviato da papa Innocenzo IV presso il Gran Khan dei Tartari. Dopo un lunghissimo e penoso viaggio, da Lione a Karakorum, giunse all'Orda d'Oro, consegnò le lettere pontificie al Gran Khan Guyuk, successore di Gengis Khan, e nel 1247 tornò in patria. Morì vescovo di Antivari nel Montenegro, nel 1252. Prima di morire, lasciò manoscritta la storia del suo viaggio, dei costumi dei Mongoli e Tartari e della sua ambasciata, nel libro "Storia dei Mongoli". Nei pressi del Trasimeno, tra le colline a Sud-Est, c'è anche Gaiche, patria del beato Leopoldo (1732-1815), di cui si parla in: SPOLETO E DINTORNI - Santuario di Monteluco di Spoleto. Il Convento presso il quale si presentò il giovane beato Leopoldo nel 1750, per essere ricevuto all'Ordine, era a Cibottola, a qualche chilometro da Gaiche. In mezzo alla selva, sorgeva il Romitaggio dedicato a S. Bartolomeo, allora sede del noviziato e oggi disabitato e semidistrutto. Risaliva ai primi tempi del francescanesimo, ed è tradizione che vi abitassero S. Francesco, S. Antonio, S. Bonaventura e il beato Egidio d'Assisi. Le antiche cronache francescane dei secc. XIV-XV narrano che alla Cibòttola frate Masseo impetrò dal Signore la virtù dell'umiltà, dopo aver protestato che in cambio avrebbe dato perfino gli occhi (vd. La Franceschina, II, p. 78). Altro episodio di frate Masseo a Cibòttola è la raccomandazione ad un confratello di scorgere sempre il bene negli altri, per poter diventare buono.