lettere di san francesco
Le LETTERE scritte o dettate da Francesco furono, senza dubbio, molte. E’ noto che egli inviò lettere a Chiara d’Assisi, al cardinale Ugolino, a frate Elia, a frate Antonio da Padova. Molte “epistole”, purtroppo, sono state perdute per le condizioni dei tempi e l’incuria degli uomini; altre risultano evidenti falsificazioni. Escluse pertanto le lettere assolutamente non sicure nella loro forma, quindi apertamente dubbie o apocrife, l’epistolario di Francesco - sul quale il consenso degli studiosi risulta pressoché unanime - conta, attualmente, una decina di testi, diversi per destinazione, natura, contenuto, oltre che per lunghezza. In essi emerge la straordinaria dimensione apostolica e fraterna della vita del Santo, la profondità e il calore del suo rapporto umano e di fede con singoli e moltitudini. La critica data questi scritti tra l’estate del 1220 e l’ultimo anno della vita di Francesco (1226).
Al primo posto si è soliti porre la “LETTERA AI FEDELI” in due recensioni: la più antica si configura come un semplice e chiarissimo programma di vita penitenziale per quanti vogliono vivere evangelicamente nel mondo; la secunda si avvale e provvede alle nuove esigenze, che sono state evidenziate dall’esperienza. Nello stesso periodo, dopo il ritorno dall’Egitto di Francesco, si ritiene si possa collocare la seconda recensione della “LETTERA A TUTTI I CHIERICI” (1220), nella quale il Santo intensifica quell’apostolato eucaristico, di cui si era fatto banditore negli anni del "dopo-concilio lateranense". Le stesse tematiche: culto eucaristico, devozione alle “sante parole” del Signore, impegno a lodare Dio ogni giomo, Francesco affronta e divulga nella “LETTERA AI REGGITORI DEI POPOLI”, nelle due “LETTERE AI CUSTODI” e, in modo più ampio e articolato e insieme più profondo e familiare, nella “LETTERA A TUTTO L’ORDINE”. Di grande interesse sono anche le lettere inviate a persone particolari, quali: “LETTERA A UN MINISTRO” (1222/1223), la pagina più rivelatrice della comprensione che Francesco ha avuto di Dio come Padre delle misericordie; “LETTERA A FRATE LEONE” (1224/1225), una autorizzazione per obbedienza a vivere la vocazione con vera libertà (se ne conserva l’autografo, presso il duomo di Spoleto); “LETTERA A FRATE ANTONIO” (fine 1223/inizio 1224), una “obbedienza” perché egli insegni teologia ai frati.
Alle sopraddette si aggiunge, solitamente, quella indirizzata, nei suoi ultimi giorni di vita, a donna Giacomina dei Settesoli, ricca e nobile matrona romana; questa lettera, sicuramente dettata, non gode di una buona tradizione manoscritta ed è stata finora esclusa dalle edizioni critiche degli scritti di Francesco. - Lettera a tutti i fedeli (prima recensione) - Lettera a tutti i fedeli (seconda recensione) - Lettera a tutti i chierici sulla riverenza del Corpo del Signore (prima recensione) - Lettera a tutti i chierici sulla riverenza del Corpo del Signore (seconda recensione) - Lettera ai reggitori dei popoli - Lettera a tutto l’Ordine (o Lettera al Capitolo generale e a tutti i frati) - Lettera ad un ministro - Prima lettera ai custodi - Seconda lettera ai custodi - Lettera a frate Leone - Lettera a frate Antonio - Lettera a donna Giacomina Accanto alle predette vi sono le cosiddette “Lettere dettate” da S. Francesco: - Benedizione a frate Bernardo - Benedizione a S. Chiara e sorelle - Lettera ai Bolognesi - Lettera a S. Chiara sul digiuno - Lettera ai fratelli di Francia