san benedetto, il movimento benedettino in umbria
La Valle del Nera, fuori delle vie consolari, a confine con la provincia Valeria o Sabina, fu evangelizzata nel sec. V dai Santi Eremiti. Soltanto i due centri principali:
Norcia e Rieti, avevano ripudiata l’idolatria alla metà del sec. III, grazie alla “parola” di San Feliciano, vescovo di Foligno, poi Martire. La "Passio" del Santo sottolinea come la sua missione fosse stata facilitata dalla presenza, in Norcia, di una "colonia giudaica": omnia montana cum Nursia civitate, in qua Judaismum erat, ad fidem Christi veniebant. Il presule folignate elesse primo presbiterio Pisenzio, per la basilica di Santa Maria argentea.
Sorse poi, in Norcia, la chiesa di San Lorenzo sulle tombe dei Fadeni. In essa ricevettero i sacramenti della iniziazione cristiana i gemelli Benedetto e Scolastica, intorno all’anno 495, ad opera del vescovo Stefano. San Gregorio Magno, che per l’amicizia dell'eletto clero nursino, si mostra informatissimo delle “cose” di Norcia, attesta nei "Dialoghi" la nascita di San Benedetto nella città sabina: "Liberiori genere ex Provincia Nursiae exortus".
Durante l’adolescenza del Santo, nei primi tempi del dominio dei Goti, come si legge nei "Dialoghi", si era formata nella vicina Valle di Campi una attivissima laura cenobitica. Tutti, a Norcia, parlavano dei Santi eremiti: di Eutizio evangelizzatore della Valle; di Fiorenzo, il quale aveva addomesticato un orso, e, quale cane fedele, gli conduceva al pascolo il piccolo gregge; dell’Abate Spes, che aveva riacquistata la vista, per visitare i vari eremi della Valle; la sua santa morte presso l’oratorio di Campi, era stata segnalata da una bianca colomba salita all’empireo. Le folle accorrevano ad ascoltare la parola dei Santi eremiti, e anche il giovane Benedetto fu attratto da quel sommo ideale.
Di seguito qualche passo del grande pontefice Gregorio (Dialoghi, Lib. III):
Dalla relazione del venerabile presbitero di Norcia, Santolo, ho saputo che nella regione di Norcia, negli anni della prima dominazione dei Goti, vivevano due uomini consacrati a Dio: Eutizio e Fiorenzo. II primo era pieno di zelo e con fervore si affaticava nella predicazione per convertire le anime a Dio. Fiorenzo invece, uomo semplice, passava la vita in orazione (...). Eutizio solo dopo la morte fece prodigi. Il più segnalato è quello che si degna di compiere per mezzo del suo cilizio. Tutte le volte che la regione soffre per la siccità, quei cittadini sogliono esporre la sua rozza tunica al cospetto di Dio, recandola in processione per le vie campestri. Subito ottengono una ristoratrice pioggia.
Esisteva un padre di nome Spes, che aveva fondato un cenobio a Cample, a sei miglia dalla vetusta Norcia. Attraverso le pene della cecità, gli aveva concesse il Signore tante grazie (...) non lo privò della luce interiore e l’anima sua era inondata di gioia ineffabile. Dopo 40 anni piacque al Signore ridonargli la vista, perchè portasse il conforto della sua parola ai diversi cenobi costruiti nella Valle. E’ possibile, oggi, localizzare questi vetusti racconti. Al centro della Valle Castoriana sorge ancora la magnifica Abbazia di Sant'Eutizio; sulla scogliera si allineano ancora le grotte eremitiche e più in basso si estendono le tombe scavate sulla spugna calcarea, fin sotto il presbiterio della chiesa romanica del 1190.
Sotto la torre di Villa Collescille è l’eremo di San Fiorenzo, anch’esso scavato sulla roccia. Nella Valle di Cardosa, presso Campi, è l’asceterio di Santo Spes. Altre laure cenobitiche erano sorte presso il gioiello romanico della chiesa di San Felice di Narco, in Valnerina; presso l’Abbazia di San Pietro in Valle a Ferentillo, e molti altri oltre il monte Solenne, sul Monteluco di Spoleto, per la forte immigrazione degli eremiti siriaci, tutti descritti, nel 593, nei "Dialoghi". Molte gesta degli asceti ricordano la vita anacoretica degli orientali, secondo gli scritti di San Girolamo, secondo la Regola di San Basilio e la Vita di Antonio scritta da Sant'Atanasio. In essi spicca la lotta contro lo spirito del male, per mezzo dell’astinenza e del digiuno; la vita ordinata e laboriosa, lo stato di povertà per essere vero monaco, come affermava Isach sul Monteluco.
L’ospitalità era sacra e occasione per evangelizzare i poveri. Questi cenobi, durante l'invasione dei Goti, divennero oasi di pace, di lavoro, di benessere. Una differenza tra gli eremiti orientali e gli eremiti della Valnerina, che poi passò a irrobustire la Regula monasteriorum di Benedetto, era il maggiore attivismo di questi. L’eremita umbro non pensa solo per se nella vita mistica, non si dedica solo alla preghiera e alla penitenza, ma anche all’evangelizzazione e al lavoro dei campi.Così si comportano Isach, Spes, Eutizio, e tanti, tanti altri. La nostalgia per la vita eremitica, durante la decadenza dell’Impero romano e durante l’invasione barbarica, era vivissima presso gli spiriti più nobili. E Benedetto, da giovane recatosi a Roma per il suo cursos honorum, fu nauseato dell’ambiente di adulazione ai Barbari e di idolatria dei retori. Rimpianse la serena vita dell’adolescenza in Norcia; il ricordo del santo vescovo Stefano, il fervore della laura Campiana non si poteva cancellare dalla sua mente. Nel suo fervore scelse una Valle recondita simile a quella di Campi: la Valle dell’Aniene. Vedendo che molti precipitavano nei gorghi dei vizi, fece in tempo a ritrarre il piede dal baratro per non esser travolto. Disprezzati perciò gli studi delle lettere, abbandonata la casa e tutto il patrimonio paterno, desideroso di piacere solo a Dio, indossò l'abito della santa conversione (Dialoghi, II, I, 12). Benedetto volle imitare Eutizio nell’evangelizzare i pastori; Fiorenzo nella vita triennale in una grotta; Spes nel morire in piedi nell’Oratorio, durante il canto dei Salmi. Ed anche alla morte di Santa Scolastica (sorella gemella di Benedetto), come di Spes, fu vista una candida colomba in cielo. E’ lo stesso San Gregorio, a suggerirci, con la vicinanza del secondo al terzo libro dei "Dialoghi", che la Valle Castoriana di Campi di Norcia, fu la culla spirituale della vocazione di Benedetto e di tutto il Movimento benedettino.