Le origini monachesimo femminile.
Il Monachesimo femminile: il periodo degli inizi Già alla fine del sec. IV alcune donne dell’aristocrazia romana si riuniscono intorno a San Girolamo, seguono i suoi consigli e conducono una vita di preghiera, ma non vivono insieme. Dal racconto della vita di San Benedetto da Norcia si è a conoscenza, invece, che la sorella Scolastica vive vicino a Cassino con un gruppo di compagne.
La prima fioritura del monachesimo femminile è però databile intorno al sec. VII-VIII, con l’arrivo dei Longobardi. Essi, infatti, nonostante la distruzione di alcuni edifici religiosi, tra cui il monastero di Montecassino, ritengono utile consolidare la Religione cattolica e, conseguentemente, facilitano anche la fondazione di monasteri femminili, nei quali entrano numerose donne, appartenenti alla nobiltà longobarda, che ricoprono spesso cariche importanti. Le comunità monastiche femminili seguono la Regola di San Benedetto, anche se per loro sono previsti obblighi meno gravi. Il Monachesimo femminile: il periodo intorno al Mille I nuovi Ordini religiosi, che si vengono a creare nei secc. XI e XII, hanno anche rami femminili: questo mostra la volontà delle donne di aderire ai nuovi ideali monastici, e lascia intendere che ora i monasteri femminili non sono più solo fondazioni private volute da "questo o da quel sovrano", per riunire le donne non sposate della propria famiglia, oltre naturalmente coloro che hanno un’autentica vocazione religiosa. Accanto alla Regola benedettina, i nuovi Ordini prevedono delle "Costituzioni" proprie, diverse, naturalmente, per monaci e monache, salvo alcuni principi base, per l’osservanza dello spirito comune che li caratterizza. Mentre, però, gli uomini possono scegliere tra diverse forme di "vita monastica", per le donne resta una certa uniformità, indipendentemente dall’Ordine scelto, e cioè continuano a rimanere rinchiuse dietro le grate della clausura. Anche in questo ruolo di azione non diretta, emergono, in questo periodo, figure femminili di grande importanza, come ad esempio Ildegarda di Bingen, che proprio nella clausura vivono in modo sorprendente la loro responsabilità monastica: esse sono apparentemente escluse dal mondo, ma con la loro preghiera sostengono l’opera di coloro che affrontano i problemi della Chiesa e della società. La preghiera delle monache diventa, in tal modo, azione, che va ben oltre le mura del monastero, diventando un grande aiuto su cui contare. Tra le nuove forme del monachesimo benedettino l’Ordine dei Cistercensi è quello che suscita più interesse nel mondo monastico femminile. Il rigore cistercense esercita una grande forza di attrazione, e lo stesso Stefano Harding fonda un monastero femminile a Tart nel 1123, nel quale si seguono le consuetudini di Cîteaux. Il Monachesimo femminile: il periodo del sec. XII Alla fine del sec. XII, il "Movimento dei predicatori itineranti", preti e frati che portano direttamente al popolo il Vangelo, andando per vie e piazze, predicando e proponendo uno stile di vita che imita Cristo nella povertà e nella sofferenza, trova molte adesioni anche nel mondo femminile. Molte donne abbandonano la famiglia, per seguire i predicatori, condividendone il modo di vivere, vestendosi poveramente, affrontando tutte le fatiche delle peregrinazioni a piedi. Nasce da questa esperienza il monastero di Fontevrault, il quale ospita donne che giungono al monachesimo dopo un prolungato ascolto delle parole evangeliche e una conoscenza della realtà della vita quotidiana: esse portano, quindi, con sé un notevole bagaglio culturale e religioso. La badessa di questo monastero è a capo anche del ramo maschile dell’Ordine. Il primo Ordine fondato da una donna è quello delle Clarisse, che ha origine dall’adesione di Santa Chiara al Movimento di San Francesco. Chiara, affascinata dall’esperienza di Francesco, lascia la casa paterna e viene accolta dal Santo, che le taglia i capelli, la riveste di un saio di ruvida stoffa e la conduce in un monastero benedettino, ma Chiara abbandona il monastero e si ritira con alcune compagne nella chiesa di San Damiano, vivendo la povertà evangelica seconda una "Formula vitae", scritta per lei dallo stesso San Francesco. Nasce così l’Ordine delle Clarisse, a cui aderiscono diversi monasteri femminili benedettini e non. Il Monachesimo femminile: il periodo dal sec. XIV La decadenza della vita monastica, che investe la società nel Basso Medioevo, raggiunge anche le comunità femminili, ma dopo il "Concilio di Trento" (1545-1563) deriva alla vita dei monasteri femminili nuovo impulso e vigore: vanno ricordati il contributo dato alla società mediante l’istituzione di "scuole" femminili, in cui vengono formate delle giovani in vista della loro futura vita in famiglia, e l’intenso fiorire della vita spirituale con importanti episodi di esperienza mistica. Le soppressioni dell’epoca napoleonica e dei governi liberali dell’800 provocano danni enormi, soprattutto alle comunità femminili. Attualmente la situazione è venuta normalizzandosi e la vitalità delle comunità monastiche femminili testimonia l’importanza della presenza femminile all’interno dell’esperienza monastica, indipendentemente dal tempo e dallo spazio.